Ansia (prima parte): che cos’è?
Tutti noi ci sentiamo o ci siamo sentiti in qualche momento della nostra vita in ansia. In uno stato di tensione emotiva con tanto di sintomi come battito cardiaco accelerato, fiato corto, tremore, sudorazione e tensione muscolare tipo “nervi a fior di pelle”, la sensazione di “nodo alla gola” e di “testa vuota” o “leggera”. Ad esempio prima di un esame medico o scolastico, di un colloquio di lavoro, di una comunicazione importante etc. In comune queste situazioni hanno tutte la parola prima. Perché l’ansia è legata all’anticipazione, ad un’allerta perché un possibile esito negativo potrebbe verificarsi. Pertanto ci invita a stare attenti, ad aumentare i nostri livelli di vigilanza cosicché da reagire prontamente ce ne fosse la necessità. In tal senso è utile, è una competenza che l’uomo ha al fine di proteggersi da un eventuale pericolo.
Tuttavia a volte può superare una certa soglia e non essere più una normale ed utile risposta a situazioni di vita, ma divenire un ospite indesiderato, assillante, soffocante che ci fa vivere con eccessiva apprensione esperienze quotidiane come andare al supermercato, guidare l’automobile, rispondere al telefono etc. In tal caso l’ansia diventa patologica. La sensazione di pericolo è costante così come quella di generale malessere, che ci fa sentire sempre più stanchi, prostrati. L’ansia può essere costante e attraversare indifferentemente ogni nostra azione, pensiero e magari portarci all’insonnia oppure avere dei picchi di intensità tale da farci credere di stare per morire od impazzire (l’attacco di panico).
Ancora "l'ansia": le cose si complicano (seconda parte)
Dove eravamo rimasti? ... Alla distinzione tra ansia fisiologica e patologica, che ci rammenta che l'ansia è un'esperienza emotiva che entro certi limiti non solo non è dannosa, bensì utile, mentre oltre certi limiti richiede l'intervento da parte del professionista psicologo e/o psichiatra.
Infatti l'ansia patologica può: peggiorare la percezione del nostro benessere quotidiano, di noi stessi, delle nostra capacità di gestirci ed autodeterminarci e quindi deteriorare la nostra autostima; in alcuni casi limitare pesantemente le scelte e le azioni quotidiane per paura dell'attaco d'ansia o peggio di panico; causare alla lunga ipertensione, ulcera e malattie cardiache e, se ancora non bastasse nelle forme di stress prolungati e cronici, modificare persino la corteccia prefrontale, quella parte del cervello responsabilie di molte importanti abilità cognitive e della personalità.
Queste le cattive notizie, nelle quali chi ha trascurato troppo a lungo i propri segnali di malessere potrebbe riconoscersi, ma c'è n'è ovviamente una più che buona è cioè che l'ansia patologica curata guarisce. E riportando quello che una paziente mi disse averla rassicurata " di ansia non si muore", che non è cosa di poco conto se ti è capitato di sperimentare un attacco di panico.